mercoledì 21 febbraio 2007

Aspettando gli Oscar... con imparzialità




In attesa di gustarsi il girone di ritorno del match Scorsese-Eastwood, che si terrà nell'imminente edizione degli Oscar 2007, Domenica 25 Febbraio (il girone d'andata aveva visto trionfare il secondo con Million Dollar Baby), pur apprezzando le opere dei due maestri in lizza e in particolare incrociando le dita per Scorsese (che sia la volta buona!), il nostro tifo è però concentrato nella categoria del Miglior Film Straniero, dove figura Il Labirinto del fauno di Guilermo Del Toro.

Tra i film dell'ultimo anno quello più in sintonia con lo spirito di questo sito, più che blu diremmo, blu notte, ai limiti del nero, ma ancora troppo sognatore e visionario per perdere quell'alone di colore che lo rende così riuscito. Lo si potrebbe definire un fantasy gotico, dalle parti di Tim Burton, ma mentre questi fa un'opera di abbellimento e seduzione di un immaginario comunque sempre quasi cupo e fosco, Del Toro adombra invece le tinte di un orizzonte favoloso, ma meno solare di quello che sembrerebbe dover essere a causa di una insistente dialettica con una realtà, quella sì davvero nera.


LA STORIA

In Spagna, durante 1944, i soldati del governo fascista di Franco stanno tentando di trovare e distruggere i combattenti della resistenza che si nascondono sulle montagne.

Una giovane ragazza amante dei libri, Ofelia e sua madre Carmen viaggiano attraverso la campagna spagnola. Carmen aspetta un bambino dal nuovo marito, Vidal, un orgoglioso e sadico capitano che ha convertito un vecchio mulino di campagna nella sede operativa delle sue azioni militari.

Mentre Carmen è costretta a letto dalla gravidanza difficile, Ofelia esplora un intricato labirinto di pietra vicino all’avamposto militare, un'isolata casa colonica, dove si sono sistemati. Qui incontra il Fauno, leggendaria creatura mezzo uomo e mezzo capra. Gli ormeggi alla realtà vengono a poco a poco liberati dal Fauno, che Ofelia non dubita a seguire nel percorso iniziatico da lui postole.

Il fauno rivela infatti ad Ofelia di essere la principessa perduta di un regno sotterraneo: per potervi fare ritorno dovrà completare tre pericolose prove.



Con questa toccante fiaba per adulti, sempre in bilico tra realtà (l'orrore della dittatura) e immaginazione (il mondo fantastico del labirinto) Del Toro esplicita tutto il suo disprezzo per un epoca ed un'ideologia che ha rappresentato "la perversione dell'innocenza, dell'infanzia e quindi la morte dell'anima" per un'intera nazione. Grazie a questa dialettica, dall'episodio storicamente situato si passa con facilità a un piano simbolico di più ampio respiro, dove il sogno lotta strangolato dalla realtà per trovare ancora uno suo spazio ed esistere.

In chiusura, segnialiamo un link a una delle più vaste e complete rassegne stampa presenti sulla rete:
http://www.rottentomatoes.com/m/pans_labyrinth/

Per chi da retta alle critiche è significativo che un film raggiunga una percentuale di 96% di critiche positive, che sale al 100% se si considera solo la selezione delle più importanti testate del settore. Un numero da record. Speriamo allora che un altro bel en plein questo film ce lo faccia alla notte degli Oscar, dove oltre che come Miglior Film Straniero è candidato per Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Fotografia, Miglior Scenografia, Miglior Trucco e Miglior Colonna Sonora.

In bocca al fauno!

1 commento:

Paolo ha detto...

Beh, dopo la tua recensione non posso non vedere questo film ;-)
Paolo